Credo, come donna con un passato di violenza alle spalle, di avere tutto il diritto di dire come la penso.
Riporto qui solo le mie risposte sotto lo status di un caro amico.
Non riporto solo la mia prima risposta dove parlo della mia personale esperienza, giusto per paura di eventuali ritorsioni.
"Penso che il problema degli uomini sia (anche) l'imprinting delle madri. Non generalizzo, ma dietro questi comportamenti c'è quasi sempre una madre-serva che si è annullata per i maschi di casa. Questo genera la convinzione che debba essere così. Che la propria donna debba sopportare e ingoiare rospi e farsi andare bene tutto perché stando con lui ha fatto tredici e debba vivere di gratitudine. Gli uomini cresciuti così si sentono meno uomini quando vedono che ce la caviamo da sole, che stiamo bene, che non abbiamo bisogno di essere salvate, che splendiamo di luce propria. Vanno fuori di testa. Puoi sensibilizzare quello che vuoi se la routine di casa è impostata sul martirio di tua madre. Non attecchirà niente."
" Io dico solo che un uomo non è figlio di nessuno. Non viene partorito e lasciato a sé stesso. Ha un padre (che sarà quello che è) e una madre (che può scegliere se la cosa X le sta bene o no). Se partiamo dal fatto che si parte di base da una società fallocentrica e maschilista, non possiamo neanche negare che le madri non l'abbiano anche inconsapevolmente appoggiata, questa società, anche soltanto per stanchezza. Non facciamo che l'uomo è brutto e cattivo e la donna ha in mano il segreto della pace nel mondo, perchè le prime a farsi stupidamente la guerra, siamo noi, tra di noi. Questo perchè? Perchè siamo maledettamente insicure in fatto di istinto e in parte perchè ci fanno credere che sia sempre stato così. Cosa che non è. Dico anche da docente e da figlia femmina più piccola con due maschi più grandi di me, che i ragazzi più a rischio di sbrocco in genere eh, non solo con le loro fidanzate, sono quelli le cui madri sono madri adoranti (io dico divoranti), mogli senza alcun significato di uomini che contano solo loro in famiglia. Non riduco tutto a questo, ma se è vero che la parte "sensibile" dell'educazione è affidata alle madri, quale messaggio passerà a questi ragazzi? Veniamo da generazioni di casalinghe succubi, cornificate e malmenate o per lo meno ignorate e bistrattate. Dov'è il valore in questo? Educare è dare l'esempio. Bisogna iniziare a comportarsi diversamente, tutti e due i genitori devono farlo. Muoversi come un corpo unico che non dia ai figli la possibilità di sbagliarsi, di travisare. Non ditemi che vostra madre non vi ha mai chiesto di perdonare comportamenti del vostro uomo/ragazzo che ritenevate inaccettabili. Non ditemi che non vi hanno mai detto "chi è perfetto?", quando nessuna cerca la perfezione, ma manco gli insulti, ad andare bene. Non ditemi che per il quieto vivere e il "decoro", non vi è mai stato chiesto di ingoiare il rospo. E l'imbarazzo rispetto "all'ennesimo" ragazzo, manco fossimo dei